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Visioni di istinti sommersi

14,00 

di Michele Napolitano
54%
92 copie
all´obiettivo
85
Giorni rimasti
Inizio campagna 30 maggio 2025
Fine campagna 7 settembre 2025
Quantità
Modalità di spedizione
Consegna prevista per novembre 2025.
La spedizione avverrà tramite corriere espresso.

Spedizione gratuita per gli ordini nazionali da 3 copie in su (escluse zone di spedizione speciali).

Biografia

Sono Michele Napolitano. Sono nato e vivo nella provincia napoletana. Laureato in Architettura, ho praticato la professione, ottenendo ovunque gradevoli riscontri. Attualmente sono funzionario nella pubblica amministrazione e amo il mio lavoro perché faccio cose e vedo gente.

Pratico l’artificio con un senso di precarietà, di mutazione continua. Scrivo d’istinto, da sempre, con stupore e naturalezza, per necessità animale. Dell’anima descrivo i paesaggi e racconto i presagi. Del corpo, la chimica e le pene. Dal mondo apprendo il mistero, la preghiera, la penitenza. Cerco il tutto ma voglio il nulla, a volte lo ottengo.

L’opera

Gli istinti sommersi sono le spinte, gli impulsi congeniti dove frana inconsciamente ogni scelta, verso i quali scivola prima o poi qualsiasi azione. La raccolta è una discesa nell’intimo alla ricerca di consapevolezza, di liberazione dall’apparenza e dalle sovrastrutture: vive dell’urgenza di conoscersi.

La poesia sedimenta l’esperienza del corpo attraverso la soggettività della spiegazione del mondo, è emozione che evolve, si eleva o regredisce. A volte stanca, essuda, è un sasso, è bianca. E’ una foglia che vibra sul ramo, l’ala che muove le piume: una trasfusione emozionale, un drammatico trastullo.

Le immagini interiori, visioni di istinti che vengono a galla, fuoriuscendo nella esteriorizzazione del percorso vitale -nel senso letterale di Vita che evolve e si racconta, si dispiega e si proietta- si coniugano al contrappunto visivo che è a sua volta emersione, cristallizzata negli inediti scatti di Felice Torella. Felice indaga l’impercettibile, catturando il moto dell’essere che attraversa lo spazio tangibile, e con sapiente tecnica ne preserva l’integrità eterea, rinunciando all’arbitrarietà del dettaglio.

Perché ho scritto quest’opera

Quando lavoravo già da anni agli scritti delle “Visioni”, nel confrontarmi con l’astrofisico Giovanni Covone, autore del meraviglioso testo divulgativo “Altre terre”, ho compreso che chi compone in versi gode del privilegio di essere immune dalla compilazione di un elenco delle fonti o delle citazioni (che spesso sono gratuite o equivoche, o magari lo diventeranno) nelle quali il lettore si imbatterà avventurandosi nel testo. La raccolta rappresenta per me il porto franco dove confluiscono sensazioni, emozioni e suggestioni che non hanno la pretesa di esplicare un teorema, di consolidare un tema: si affida al lettore che ne potrà attingere a suo piacimento, calibrandone le vibrazioni al proprio vissuto interiore o rapportandone le rappresentazioni all’esperienza personale.

Perché ho scelto di pubblicare con Bookapoem

L’evoluzione del mondo editoriale sta tracciando un solco tra gli imprenditori del prodotto letterario e gli artigiani del pensiero critico, autentici costruttori di cultura. Bookapoem si pone ambiziosamente nel piano del possibile utilizzando una strategia “bottom up”, ambigua ma efficace: l’editore seleziona e sostiene la propria linea, individuando l’opera che rappresenti un percorso coerente; il lettore ne valida la praticabilità, se la assume e la diffonde.

Estratto

La notte

È di notte
che increspa il risvolto della realtà
quando addensano i fantasmi della solitudine
e ogni suono acutizza la resa.

È di notte
che le costellazioni di necessità
rimettono la sincronia delle illusioni
arenate su finitimi stati d’attesa.

La notte mi accoglie

nella frana dei pensieri

mi seppellisce l’inganno

di acuminati massi confusi.

Finestre

Dentro di me

l’insopportabile arsura

che avvampa di prati dove un giorno vinti giacemmo

a contemplare il nostro essere,

coleotteri operosi che si arrampicano

sulla cima del mondo di un filo d’erba

senza mai cedere al dubbio

che la distesa di steli di papavero e speronella

possa un giorno diventare terra arata,

spazio utile alla raccolta dei frutti del grano;

che l’infinita bellezza che ci avvolge

– nel mentre ci accostiamo al vivere –

possa mutare nei flussi indifferenti delle stagioni,

quando altri e altri ancora

si sporgeranno appena dalla soglia

per curiosare sugli oceani del tempo.

Preghiera per la solitudine

Ti prometto

che avrò cura dei giorni,

che le ore banali

non saranno più invano.

Ti prometto presenza

alla malinconia improvvisa

per quei momenti che mai tornano

e i desideri che non si avverano,

l’attenzione sincera

per la noia e l’eccesso,

per le brevi passioni

che adescano lo spirito.

Tu intanto prometti

di essere nei miei giorni

il pretesto del tedio

e la fonte dei sogni,

il richiamo del volo

e la sostanzialità della terra.

Solo allora il tuo canto

sarò io che mi racconto,

sarai tu che ti specchi

nel medesimo gioco di scacchi.

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