Senza pelle

Biografia

Mi chiamo Alice, ho 21 anni, e Amo.

Amo scrivere, Amo leggere, Amo parlare di Arte, Politica, Letteratura, Disagi Psichici.

Mi sono diplomata presso il liceo Classico di Frosinone e sto tentando di superare il test per entrare alla facoltà universitaria di Psicologia.

Soffro di disturbo borderline di personalità, ciclotimia e DCA, ma sto guarendo, grazie all’Amore per me stessa e degli altri per me.

Ho sempre scritto, fin da bambina, ma non ero mai riuscita a trovare il coraggio per pubblicare un’opera solo mia.

Ho partecipato a vari concorsi letterari da bambina e preadolescente, prima di ammalarmi. Ho anche collaborato con un noto giornale Ciociaro per due anni.

Nella vita vorrei tanto diventare una persona che fa del bene agli altri.

L’opera

Questa è una raccolta d’Amore, Malattia, Rabbia e Politica. La forma è la più informale e libera che ci sia, il verso libero, con rime sparse. I miei sono flussi di coscienza di una matta diagnosticata, una sognatrice e una persona che Ama: la vita, le persone, la sua malattia. I componimenti seguono il corso e decorso della patologia: idealizzazioni, svalutazioni, depressioni, vita e morte.

Perché, in fondo, la malattia mentale è solo un tumore dell’anima di difficile espulsione.

Prefazione di Moony Witcher

Perché ho scritto quest’opera

Senza Pelle non esisterebbe senza la mia fede nel bene. Nato principalmente tra le mura di un reparto di psichiatria, dove ci si abitua alla sofferenza, io invece credo nel bene, come disse una nota terapeuta che un giorno vorrei intervistare, credo che per tutti sia possibile costruire una vita degna di essere vissuta.

Perché ho scelto di pubblicare con Bookapoem

Perché per me Bookapoem incarna alla perfezione il mio ideale di casa editrice: Persone che credono in quello che fai,

che si impegnano per realizzarlo al meglio,

che ti sostengono durante tutto il processo di editing e pubblicazione, e che, soprattutto, credono in te.

Estratto

Dolore fisico

Quando gli arti sono in fiamme

Quando il mondo omerte

Quando urlo

e nessuno mi sente

Io torno ad essere niente

e come tale agisco

incidendomi la pelle

Per non sentire

grida esogene ed endogene

Per non vedere

il silenzio dei colpevoli

Perché non voglio capire

che se quella lama

la puntassi contro il mondo

qualcosa cambierebbe.