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Riflessi di vuoto

15,00 

di Marcello Saponaro
21%
158 copie
all´obiettivo
59
Giorni rimasti
Inizio campagna 6 febbraio 2025
Fine campagna 17 maggio 2025
Quantità
Modalità di spedizione
Consegna prevista per luglio 2025.
La spedizione avverrà tramite corriere espresso.

Spedizione gratuita per gli ordini nazionali da 3 copie in su (escluse zone di spedizione speciali).

Biografia  

Marcello, 26 anni, è nato a Ceglie Messapica e vive a Francavilla Fontana, in Puglia. Ama leggere, scrivere e suonare, una passione che coltiva da quando aveva 11 anni. La sua scrittura nasce dal bisogno di dare forma a emozioni e vissuti, trasformandoli in parole.

L’opera

Il tema che accomuna Riflessi di Vuoto è il vuoto esistenziale in tutte le sue sfaccettature: il dolore, la solitudine, l’alienazione, la ricerca di senso e il conflitto interiore. È un filo conduttore che attraversa le poesie, mostrando il modo in cui il vuoto si riflette nelle relazioni, nei ricordi, nel rapporto con il tempo e con se stessi.

Il vuoto, però, non è solo un’assenza: diventa uno specchio attraverso il quale emergono le crepe dell’animo umano, ma anche una forza che spinge a guardarsi dentro, affrontare il caos e accettare la fragilità della vita. È una raccolta che racconta un’esistenza frammentata e che invita il lettore a confrontarsi con le proprie mancanze e paure.

Perché hai scritto questa raccolta di poesie 

“Riflessi di Vuoto” non è solo un libro, è una parte di me.
L’ho scritto in un momento in cui sentivo il vuoto inghiottirmi. Non avevo altro modo per esprimere il caos dentro di me, la solitudine, la sensazione che tutto fosse senza senso. Ogni poesia, ogni frammento è nato da un bisogno urgente di dare forma al dolore, di guardarlo in faccia, di condividerlo.

Non ho scritto “Riflessi di Vuoto” per fare arte o per creare qualcosa di intellettuale. L’ho scritto perché non avevo scelta, perché non sapevo come affrontare ciò che stavo vivendo. È il risultato di notti insonni, di lacrime versate, di amori persi e illusioni spezzate. È un grido sincero e nudo, una confessione.
Non aspettatevi risposte o soluzioni leggendo questo libro. Riflessi di Vuoto non vuole consolare. Vuole mettere a nudo quel lato oscuro che tutti noi, in qualche modo, affrontiamo. È un tentativo di dire: non sei solo.

Se anche una sola persona leggendo queste pagine si sentirà meno persa, meno invisibile, allora tutto il dolore da cui questo libro è nato avrà avuto un senso.

 

Perché hai scelto bookapoem

bookapoem sembra essere una realtà che comprende l’importanza di un’espressione autentica e non intellettualizzata della scrittura. Il fatto che consenta di preservare la propia visione artistica, senza forzature commerciali, e che possa avere un impatto diretto con il pubblico grazie alla campagna di crowdfunding, si lega perfettamente al mio desiderio di connettermi sinceramente con chi vive sentimenti di dolore e alienazione.
Inoltre, bookapoem rispecchia anche il mio approccio alternativo alla pubblicazione, unendo la mia visione di un libro come opera di connessione emotiva e di riflessione. Non è solo una questione di fare pubblicità o di distribuire un prodotto, ma di creare una relazione più profonda tra autore e lettore, e Bookapoem sembra voler valorizzare questo aspetto.

Estratto 

 

I miei giorni  

 

I miei giorni cadono

in un vuoto eterno.

Spesso ho paura,

l’ansia mi trafigge i polmoni.

Mi nascondo dietro

la filosofia,

la fisica quantistica,

e provo a convincermi che non sia

tutto

profondamente,

orribilmente,

brutalmente,

Irrimediabilmente,

effimero.

Anche io vorrei

vivere l’amore,

vivere il bene,

vivere la vita,

senza catene.

Ma su cento giorni di terrore,

ne vivo uno solo senza paura,

e lo sfrutto

guardando il cielo, sorridendo,

accarezzando dolcemente i gatti,

abbracciando forte chi amo.

E forse, grazie a quell’unico giorno,

a Dio dirò:

“Non importa.

È stato bellissimo così.”

 

Il cuore, la casa, la neve  

 

Eravamo noi due, da soli,

seduti su una panchina,

e ascoltavamo *Nutshell* degli Alice in Chains.

Poi, dopo il primo bacio,

il primo fiocco di neve si posò

sulla tua testa di sole.

Era il primo fiocco che vedevo

da circa otto anni,

perché qui, nel tacco, la neve

è come l’avvento di una divinità

benevola.

La tua tenerezza a quel punto esplose,

e mi abbracciasti da dietro,

strofinando il tuo viso sui miei capelli,

su quei fili d’oro consumati dal phon.

Ricordo che apristi un pacco di Camel da dieci,

me ne offristi una,

e ne prendesti un’altra a tua volta.

Fumammo,

mentre il mondo diventava una soffice nuvola,

purificando la strada e i palazzi incrostati di fuliggine e

ruggine.

Vidi il paradiso come era sempre stato descritto:

un posto in cui ogni tuo desiderio può divenire reale.

Cercai la tua mano,

la strinsi forte al mio cuore,

come a formare un solco nel petto.

Nel mio cuore ho costruito una casa

che abiteremo per sempre.

E anche se adesso sei lontana,

e non posso raggiungerti,

so che conservi ancora le chiavi.

E quando ti sentirai sola,

e la vita ti darà angoscia,

potrai entrarci liberamente.

Io sarò lì ad aspettarti,

perché il bene che provo per te

è ancora un diamante che non può essere scalfito.

E il tempo può solo passarci attraverso.

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