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Biografia
Mi chiamo Sofia Melone, ho 24 anni e sono di Milano. La mia più grande passione, che spero un giorno possa essere la mia professione a 360°, è la recitazione. Ho frequentato Grock Scuola di Teatro e poi mi sono diplomata all’Accademia09. Ho sempre avuto però anche un’altra vocazione, questa sin da quando ero piccola: la scrittura. Scrivere spesso mi aiuta a dare voce a movimenti interiori che raramente riesco a spiegare a voce. Nella mia vita ho talmente tante passioni che spesso mi è difficile bilanciarle tutti. Mi piace la musica, andare al cinema, a teatro, cucinare, leggere, andare in palestra, stare in mezzo alla natura e gli animali e persino giocare con i bambini. Non sono mai stata una persona particolarmente estroversa, però sono molto altruista e sensibile. Sin da bambina sono sempre stata un po’ “nel mio mondo”, tanto che a volte le maestre credevano non ascoltassi la lezione. Il “mio mondo” adesso, con le sue stranezze, lo rivendico con forza, perché unico e irripetibile.
L’opera
La mia opera si intitola “Pensieri futili” ed è un caleidoscopio di emozioni ed esperienze umane variegate. Le poesie, pur essendo scritte da me soltanto, secondo me possono parlare a tante persone, che magari in esse si possono identificare. C’è la rabbia, l’amore, la meraviglia e lo stupore per le piccole cose, che però sono incredibili; la tristezza, la malinconia, la disillusione e anche forse una buona dose di nichilismo; la consapevolezza di fondo che siamo piccoli e che spesso ci facciamo anche del male; il disgusto verso una società che spesso ci lascia indietro e alimenta meccanismi distruttivi in noi; la solitudine. Lo so che tutti questi aspetti possono sembrare contrastanti, ma la vita umana è tutto un contrasto, una contraddizione. Nelle mie poesie c’è tutto il mio mondo interiore, ma anche quello esteriore, perché spesso l’uno è lo specchio dell’altro.
Perché ho scritto quest’opera
Ho iniziato a lavorare a quest’opera dal 2021, quando eravamo tutti reduci da almeno un anno pieno di reclusione per via del covid. In quel periodo ero più ricettiva verso ciò che accadeva sia dentro che fuori di me. Ho ripensato a quando uno dei miei desideri era scrivere un libro. Ho scritto “Pensieri futili” da un bisogno ritrovato, ma anche per mettermi alla prova. E poi, per dare voce a chi si sente spesso solo e incompreso; a chi si sente di c’entrare poco con questo mondo e magari vorrebbe anche cambiarlo; a chi a volte si sente sopraffatto dalla propria mente, come io dalla mia. L’ho chiamata “Pensieri futili”, perché spesso le cose che ci teniamo per noi, quelle che sembrano più insignificanti o che non ci sentiamo di condividere, nascondono dell’incredibile, nel bene e nel male.
Perché ho scelto di pubblicare con Bookapoem
Ho scelto Bookabook perché conosco persone che hanno pubblicato libri grazie a questa casa editrice. Essendo la mia un’opera di poesia, ho scelto nello specifico la sezione Bookapoem. Mi spaventa un po’ il goal da raggiungere, però questa è la casa editrice che più mi ha convinto non solo per le cose che ho sentito dire sul suo conto, ma anche perché mi sembra metta cura nei progetti. Inoltre, le copertine dei loro libri sono quelle più vicine all’idea che avevo per il mio libro.
Estratto
Visione d’aurora
I miei occhi assonnati,
appisolati,
annoiati,
incontrarono un giorno
una vista senza eguali:
una visione d’aurora,
ardita ed ardente
come un’amazzone valente.
La visione si disegnò piano piano.
Senza fretta.
Inosservata.
Inaspettata.
Poi, la visione fu completa.
La sua testa era incupita, impenetrabile.
Il suo cuore, un palpitare moderato
dal suo torace aereo.
Il suo pube ed i suoi piedi parevano infuocare
come fiaccola vistosa
il cammino prima oscuro
della guerriera del mattino invernale.
Il suo coraggio,
la sua forza e passione
avrei voluto imbottigliarli,
magicamente conservarli.
Il mio cammino è spesso oscuro,
ma non ho fiaccole con me.
Solo effimeri fiammiferi,
che non mi riescono a guidare.
L’aurora vien prima del sole,
prima della vita.
Anch’io alle volte vorrei tornare là,
dove niente si sente, niente si patisce.
Che bello sarebbe
congelarsi in quel momento.
Congelarsi come statua
di guerriera del mattino,
che emerge dalle ombre
come fenice vittoriosa.
Alla deriva
Corpo allo sbaraglio.
Anima alla deriva.
Condotta e scossa da forze tumultuose,
gelidi venti dal distruttivo vigore,
quella piccola macchietta,
di carne e ossa fatta,
si dirige verso una direzione
a lei non conosciuta.
Verso un futuro incerto avanza.
Gli occhi instabili, ticchettanti,
a tratti di gioia vibranti,
a tratti vacui, persi nel vuoto,
nell’inquieto moto
che scuote il suo essere.
Dove andrai?
Dove finirai?
Ma soprattutto,
come finirai?
Pensieri futili
Testa inclinata,
sui miei pensieri futili chinata.
Su un ritmo
di musica calzante,
nella mente saltellano,
escono e rientrano,
come vivo mercurio,
veloce come il vento.
Si eclissa ogni logica,
si oscura ogni senso,
nel ciclo caotico
della mente turbolenta.
Rigurgiti e scintille di emissioni inconsce
si fanno spazio in questo confuso
campo di battaglia,
che è la mia testa.
Sembrano gomitoli
di fili di lana i grovigli
di pensieri impolverati,
che nel rumoroso silenzio
rotolano nella soffitta
della casa del mio corpo.
Al mondo non importa ciò che penso.
Si ripete tutto
e non si sente niente.
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