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Biografia
Federico Brentaro (Gazzo Veronese, 1991) Dopo la laurea in Scienze storiche e orientalistiche conseguita presso l’Università di Bologna e il master in Editoria frequentato presso l’Università di Verona, ho iniziato a lavorare come editor, correttore di bozze e content writer freelance. Nel tempo, oltre alla scrittura, mi dedico alla fotografia e alla lettura. Colleziono fototessere che trovo in giro e adoro fare lunghe passeggiate in campagna.
L’opera
Nessuno può salvarci tranne l’evoluzione è una raccolta di poesie scritte in un periodo buio della mia vita, quando ho scoperto e preso consapevolezza di soffrire di disturbi d’ansia. Proprio questi sono stati il motore che mi ha spinto a scrivere, a esternare quella sensazione di impotenza da essi stessi causata; e ad avere una maggiore consapevolezza sia del mio mondo interiore sia di quelle esteriore, influenzato anche dagli studi che ho svolto.
Il titolo, Nessuno può salvarci tranne l’evoluzione, è di semplice spiegazione: solo da soli, solo con le nostre forze, possiamo riuscire a migliorarci, a evolvere e, nel mio caso, a imparare a convivere con l’ansia.
Perché ho scritto quest’opera
Scrivere è diventato parte della mia terapia. Per mezzo della scrittura posso dare forma alle mie emozioni, a quello che sento dentro e che, spesso, a parole non riesco a comunicare. Ispirato da ciò che ascolto, sento e vedo, plasmo immagini che riflettono il mio mondo interiore, a tratti oscuro, ma che necessito di far conoscere.
Perché ho scelto di pubblicare con Bookapoem
Ho scelto di pubblicare con Bookapoem perché conosco bene questa realtà e so che, alle spalle, vi sono dei professionisti attenti e preparati. Inoltre, la scelta di affidarmi a Bookapoem è data anche dall’interesse che la casa editrice ha dimostrato verso il mio lavoro, che ormai ritengo essere pronto per spiccare il proprio volo.
Estratto
elogio del dolore
il dolore è figlio delle colpe
di quelle colpe insane che scaturiscono
dal ventre materno irriso
è una zavorra cullata dal fiume dei morti
dove anime tragiche e leggere sussurrano
gli epiteti dei loro carnefici
paure innominabili guidano sofferenze
che si può anche non riuscire a sopportare
a non afferrare l’acqua
all’imbrunire che s’allunga sulle rovine
di palazzi in costruzione
trafitto da lame smussate
il corpo si restringe
riflettendo la follia
che risuona come delle impronte
perpendicolari alla città
raggiunto dal dolore
il cielo rinfrange il verde già caduto
sospeso tra foglie
che scandiscono il pomeriggio
in cui la pioggia allaga il fegato
nel cuore già nero il vecchio
sguaiatamente rimprovera chi
s’affretta a soccorrere illusioni affogate
bookapoem
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