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In viaggio tra poesia e ricordi

12,00 

di Concetta Tonti
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Inizio campagna 29 settembre 2025
Fine campagna 7 gennaio 2026
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Modalità di spedizione
Consegna prevista per marzo 2026.
La spedizione avverrà tramite corriere espresso.

Spedizione gratuita per gli ordini nazionali da 3 copie in su (escluse zone di spedizione speciali).

Biografia

Tonti Concetta, nata a Foggia il 3-06-1952, si è laureata in Pedagogia all’Università di Bari l’11 dicembre del 1975 discutendo una tesi di storia e sociologia medievale dal titolo “La dote e il corredo nuziale presso i Longobardi”. Abilitata all’insegnamento di: 1) trattamento testi e applicazioni gestionali; 2) di Italiano, Storia, geografia ed educazione civica nella scuola secondaria di primo grado; 3) di italiano e Storia nella scuola secondaria di secondo grado; 4) di Psicologia e scienze umane, dopo varie esperienze nelle scuole statali di ogni ordine e grado, e nella formazione professionale della provincia di Foggia, nel 1989 è approdata all’I.P.C. (oggi I.I.S.) “Tommaso D’Oria a Ciriè dove vive tutt’ora e dove, oltre ad insegnare, è diventata titolare di un progetto di prevenzione e recupero della dispersione scolastica, lavorando sul disagio e favorendo l’agio degli alunni nella scuola; prediligendo la formazione umana, più che la trasmissione di contenuti specificatamente disciplinari, la stimolazione della motivazione più che i saperi e mirando alla performance degli allievi piuttosto che all’appiattimento culturale. Ha partecipato in veste di relatore a numerosi convegni su temi prettamente pedagogici. Nel 2000 ha collaborato con la dottoressa Lucia Russo alla stesura del saggio ”L’adolescenza: età del cambiamento” e nel 2002 ha scritto il saggio “Il calore dei ricordi”. Entrambi i saggi sono stati pubblicati dalla Fondazione Malerba, una fondazione che si occupava di disabili e che oggi ha cambiato denominazione. Ha collaborato con le istituzioni scolastiche e comunali anche alla stesura e pubblicazione di opuscoli di Orientamento e nel 2023 con la casa editrice PAV ha pubblicato il saggio Autori, protagonisti, personaggi e altre figure della letteratura per l’infanzia”. Oggi, da pensionata, presta la sua attività in diverse Associazioni di volontariato, ed è socia dell’APEI (Associazione Pedagogisti ed Educatori Italiani) con i ruoli di consigliere della regione Piemonte e di membro del comitato tecnico scientifico. È attivista del gruppo 124 di Amnesty International e come referente EDU collabora con le scuole di ogni ordine e grado alla realizzazione di progetti educativi e teatrali sulla legalità. Insieme ad altri volontari, nella cittadina in cui vive, in collaborazione con la cooperativa “Il Portone” e con l’Università di Perugia, insegna la lingua italiana agli stranieri. È sposata ed ha tre figli. . 

 

L’opera

Queste poesie non sono nate con l’intento di diventare una raccolta. Sono germogli sbocciati su pizzini, sulle copertine di libri, durante momenti sparsi della mia vita. Ognuna è sorta quasi per caso, come una voce che sussurrava nel caos quotidiano. È solo di recente che ho sentito il bisogno di metterle insieme, come si mettono in fila i frammenti di una memoria. 

Forse l’origine di questa raccolta è un desiderio profondo di raccontarmi, di mettere ordine nel disordine, di alleggerire ricordi—belli o difficili—trasformandoli in versi. Scrivere poesia è stato il mio modo di custodire attimi, di dare forma alle emozioni prima che svanissero, di creare uno spazio dove potermi mostrare autentica, vulnerabile, potente. 

A volte ho pensato che scrivere fosse anche un gesto rivolto agli altri: offrire una finestra, un abbraccio in parole, sperando che qualcuno, leggendo, si sentisse meno solo. Le raccolte nate nel tempo hanno una bellezza particolare. Sono come strati di roccia che raccontano chi le ha scritte—una geologia emotiva. 

Forse all’inizio non sapevo bene dove volessi arrivare. Ma strada facendo ho intuito: questa raccolta è una traccia, un filo di metamorfosi, una testimonianza del mio cambiamento e delle costanti che mi abitano. È un modo per scolpire frammenti di me nel tempo, per dare voce a ciò che non riusciva a parlare in altro modo. E forse, semplicemente, per catturare la bellezza prima che svanisse. 

Nella trama invisibile che lega questi versi, cinque fili si intrecciano come stagioni dell’anima: il viaggio, l’amore, le delusioni, il tempo, il mare. 

Il viaggio è movimento, ma anche metamorfosi. Non si tratta solo di cambiare luoghi, ma di cambiare pelle. Ogni partenza porta con sé il desiderio di scoperta, e ogni ritorno una nuova consapevolezza. Tra valigie chiuse e cieli aperti, si svela la poesia del cercarsi. 

L’amore è il grande motore silenzioso—dolce, selvaggio, a volte ferito. È la nostalgia di uno sguardo, il peso di una carezza mancata, l’ebbrezza di un incontro inatteso. Nei versi, l’amore si espande, si rompe, si ricompone. 

Le delusioni sono fratture luminose. Raccontano ciò che non è stato, ma che ha lasciato un segno. Sono specchi incrinati dove il cuore si è guardato, rifiutando di fingere. Ogni crepa contiene una lezione, ogni caduta una forma nuova di comprensione. 

E poi c’è il tempo, che con il suo passo lento disegna confini, rimargina ferite, scompone illusioni. Il tempo non consola, ma spiega. In questa raccolta, il tempo è il testimone silenzioso che osserva senza intervenire, lasciando che le parole facciano il loro corso. 

Il mare è un simbolo vasto e profondo, capace di contenere dentro di sé tutti gli altri temi che hai scelto. 

Il mare è viaggio, con le sue rotte invisibili e le derive impreviste. È amore, nell’abbraccio delle onde e nel canto malinconico delle sirene. È delusione, quando ci spinge lontano da ciò che desideriamo. Ed è tempo, nel suo eterno movimento, nella sua memoria salata, nelle correnti che ritornano. 

Dentro questa raccolta il mare è presenza discreta e costante. Culla i versi, ne determina il ritmo. Come specchio dell’anima, riflette speranze e assenze. A volte è immenso, a volte chiuso in una conchiglia. Le poesie scorrono come onde: si infrangono, si ritirano, ritornano. Il mare è il luogo da cui tutto parte e a cui tutto tende. 

 

Perché ho scelto di pubblicare con Bookapoem

Pubblicare con Bookapoem è più di una scelta editoriale – è una dichiarazione di intenti.  

Ho scelto Bookapoem perché dà voce alla poesia come atto necessario, non come ornamento. In un mondo che corre, Bookapoem rallenta, ascolta, accoglie.  

Bookapoem non è solo una casa editrice, è il luogo giusto in cui lasciar maturare il mio raccolto emotivo. È una casa editrice che non chiede soldi e prima di pubblicare fa una campagna di crowdfunding.  

Ho scelto Bookapoem perché crede nella poesia come atto collettivo, non come prodotto da vendere.  In un panorama editoriale spesso chiuso e costoso, Bookapoem apre una porta: non chiede contributi economici agli autori, ma costruisce con loro un percorso di pubblicazione basato sul valore delle parole e sul coinvolgimento dei lettori. Prima di stampare, avvia una campagna di crowdfunding che diventa un rito di passaggio: se le poesie toccano, se emozionano, se parlano davvero, allora trovano il loro pubblico. 

Il crowdfunding non è solo un mezzo. È il momento in cui le parole trovano chi le vuole. Se vibrano, se graffiano, se parlano – arrivano. 

Per me, questa modalità è stata una conferma: non si tratta solo di pubblicare, ma di condividere, di creare una comunità attorno ai miei versi, di farli vivere nelle mani di chi li sceglie. Bookapoem ha accolto la mia raccolta con cura, rispetto e passione perché Bookapoem non stampa: coltiva, non produce, fa nascere e io ho sentito che è il posto giusto per farla nascere.

 

Estratto

 

Il treno della vita 

 

Nuvole nere, specchiandosi 

nel mare incupito, 

che si infrange con onde 

minacciose sulla riva, 

lo colorano di grigio 

e cupo diventa il ritorno 

verso casa che mi costringe 

a lasciarmi alle spalle 

i ricordi lieti di un passato 

popolato di volti sorridenti 

che come raggi di sole 

riscaldavano il cuore 

e illuminavano la vita. 

Ma ora, io riva silente e solitaria 

lontana ormai da quel luogo 

incantato, chiamato gioventù 

sento la minaccia del tempo che frana 

E il treno avanza veloce 

fendendo lo spazio infinito. 

Le nuvole si diradano e il cielo 

ormai sgombro dalle nuvole, 

tornato sereno, ridipinge 

di azzurro il mare 

che ora sfiora la riva 

come una dolce carezza. 

E le gioie del presente, 

nel mio ritorno a casa 

mi riavvolgono nelle loro spire 

ributtandomi nel vortice 

della vita reale, 

costringendomi a riprendere 

la danza interrotta  

in un momento di nostalgia. 

                                          

                           (11 gennaio 2012) 

            

Paesaggio invernale 

 

Il treno corre veloce 

tra i campi innevati  

E il sole con i suoi raggi 

tiepidi cerca di farsi 

strada nella foschia. 

Gli alberi scheletriti  

protendono i rami verso 

il cielo come a voler  

catturare quel barlume 

di tepore. 

 Cielo e terra sono tutt’uno 

stretti in un abbraccio siderale 

mentre il treno corre veloce 

nella fissità del tempo. 

 Le rughe dell’anima 

 

Solchi ogni giorno più profondi 

scavati dai dolori provati, 

dai sogni non realizzati, 

dagli amori spenti o mai vissuti. 

Ferite sanguinanti 

di colpi inferti dalla sorte; 

testimonianze e tracce 

del tempo trascorso 

invisibili agli occhi;  

segnalibri tra le pagine 

del libro della vita. 

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