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È stata una fine

11,00 

di Francesca Pregnolato
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Inizio campagna 29 maggio 2024
Fine campagna 6 settembre 2024
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Modalità di spedizione
Consegna prevista per novembre 2024.
La spedizione avverrà tramite corriere espresso.

Spedizione gratuita per gli ordini nazionali da 3 copie in su (escluse zone di spedizione speciali).

Immagine di copertina di Roberta Manzin

L’autrice

Nasco nella nebbia estiva del Delta del Po quasi 26 anni fa, tra il sacro e il profano di vite migranti; mi trasferisco a Milano a 19 anni per sradicarmi dalle origini, capendo di non volerlo fare mai e, in quelle origini, ritornarci tra i non luoghi e persone altre. Studio Lingue e Letterature Straniere all’Università Cattolica dove conseguo una laurea triennale e magistrale. Quest’ultima mi permette di coronare il sogno, o uno dei: immergermi nella poesia di Charles Baudelaire, che mi ispira e istiga. Gli dedico una tesi, consapevole di non poterne mai essere sazia. Così, inizio il cammino per il dottorato senza aver certezze sull’identità del domani: chi le ha, poi? Tra i vari cammini accelero il tempo e parte cruciale di me si dedica all’agonismo: corro, corro ovunque, corro in ogni tempo e in ogni spazio. E gareggio, per dare un senso ai chilometri.

Perché ho scritto questa raccolta di poesie? 

Ho cercato di comunicare – per bisogno e necessità –  tutto il dolore di cui sono stata contenuto e contenitore, come una grezza metonimia. Chi non lo è stata almeno una lunga volta nella propria breve vita? Il dolore come foglie acri tra le radici di una famiglia che sbocciano in amori sfioriti e, come gambi di rose, le radici pungono il quotidiano di vite che passano come lampi fugaci nei cieli inermi. La scrittura è nata come un atto inconsapevole: un po’ come quando prendi una scossa elettrica, sbatti il mignolo che s’incastra nell’angolo dimenticato della tua stessa casa, bruci senza saperlo il biglietto che ti scrisse il nonno prima di andarsene. Riesci a non reagire? E al dolore, al dolore riesci a non reagire? Ho scritto per reagire, ecco. 

Qual è il tema che accomuna la raccolta?

La fine, quella fine che lega e unisce e così ha dato vita a quest’insieme di versi e vivi li tiene. La fine che dà vita a mia madre, la fine che dà fine a un amore o forse due, la fine di una vita intera, una di chissà quante altre o magari solo una. Parole che muoiono proibite al crepuscolo e si complicano ferite all’alba: questo accomuna la mia raccolta. 

Perché ho scelto bookapoem?

Negli anni diverse persone mi chiedevano: perché non pubblichi quello che scrivi? Non ci pensavo, onestamente. Poi ho conosciuto questa casa editrice che aveva le sembianze di una casa per le sue linee editoriali innovative, la costruzione di una potenziale grande famiglia di sostenitori che ci credono al posto di chi non riesce più a credere. E, a prescindere, ne sarò grata. 

Per quanto riguarda la selezione delle poesie, eccole: 

7

Partirei

Se partissi nella direzione tua 

E nel mare annegassi il mare 

Fidato bacino di sogni gettati 

E se pescassi inutili sembianze 

Di vaste promesse affondate 

Nei crimini di un bambino 

Che ancora urla e spera

Ma già morto in una falsa epigrafe 

Iscrive ciò che avrebbe voluto 

Essere e non poter essere mai 

36

Morta per un giorno

Ieri il desiderio fu mortale 

Come una condizione attesa

e attinta per scordarmi la morale 

Dell’obbligo e del dover attivo 

Per sentirmi libera

Ma finire tra le fauci del decesso

 In un minuto, adesso

Uscita così per danzare col tempo 

Starne al passo, un ballo lento 

Cosa mi appartiene, in fondo

Con la mia distesa di lacrime vive 

Inondo l’abbandono giallo biondo 

Non mi appartieni, in fondo 

Uscita così per danzare col tempo

Ho lasciato un duro amore lontano 

Perché di sovente ti indossa

Ti sta bene e non me lo spiego 

Così, costretta a guardarvi 

Osservarti mutare e perderti

per qualche istante, ti è capitato? 

Lontano un amore duro ho lasciato

Vorrei dirti ora le stesse cose

un prete nelle quotidiane messe 

Sottomesso a Dio, sottomette il popolo 

credente, come puoi aver fiducia di me? 

Le stesse cose nella primavera del verbo 

Fiorire in un amore nuovo e sfiorire 

Ieri il desiderio fu mortale 

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