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Biografia
Mi chiamo Matteo Zocchi, sono nato ad Ancona nel 2002 e oggi studio Storia all’Università degli Studi di Torino. Dopo un percorso tecnico, ho scelto di seguire le mie vere passioni: la scrittura, la corsa e il pensiero critico. Scrivo perché non posso farne a meno, leggo per scoprire e studio per capire. Nei miei testi cerco un equilibrio tra rigore e intuizione, tra corpo e mente: correre mi aiuta a pensare, pensare mi spinge a scrivere. Amo i saggi, la letteratura simbolista e ogni forma di parola che accenda domande. Credo in una scrittura che scavi, che non insegua risposte facili ma che esplori l’inquietudine del vivere. Scrivere, per me, è un atto di libertà.
L’opera
Come in ogni viaggio, alla fine della strada, ci sia sempre l’orizzonte della vita, ecco che il massimo valore deriva dal meraviglioso intrico delle emozioni, lungo la direzione dell’esistenza.
L’autostrada è una raccolta poetica che nasce da un’esigenza profonda: raccontare il movimento dell’anima attraverso simboli, immagini e personaggi che sfidano l’ordinario. Le poesie che la compongono si muovono lungo un percorso fatto di avventure interiori, amori inquieti, visioni notturne e incontri sorprendenti. Ogni testo è una tappa, ogni parola un bivio. Lo stile simbolista invita il lettore a oltrepassare il visibile, cercando tra le righe ciò che non si dice ma pulsa, come un battito costante sotto l’asfalto rovente dell’esistenza.
I protagonisti di queste poesie non sono eroi, ma viaggiatori: uomini e donne colti nell’attimo in cui la vita li mette alla prova, tra una stazione di sosta e una fuga, tra un abbraccio e una perdita. L’autostrada è un invito alla scoperta di se stessi.
Perché ho scritto quest’opera
Ho scritto L’autostrada in un periodo in cui avevo bisogno di ritrovare luce e direzione. Cercavo uno stimolo capace di ridare senso all’esistenza, e l’ho trovato nella scrittura. Mettere in parole il mio mondo interiore è stato un atto liberatorio e curativo. Ogni poesia è nata dal desiderio di trasformare il dubbio in scoperta, il dolore in movimento. Scrivere mi ha aiutato a rialzarmi e ad aprirmi a nuovi orizzonti.
Estratto
Orizzonte Silvestre
Là dove si dirada il crepuscolo all’orizzonte.
Nuvole terse che si stagliano in cielo a mezzanotte.
Mucchi e macchie di verdi colline ristorano le mie anime.
Come in una marea di pensieri leggiadri.
Là dove mi pare di vedere
Lo sguardo profondo del mio spirito.
Pensieri
Quale rapito consiglio va dilagando nella mia mente
Serva esso a maggior discernimento
Non mi abbandona ancora la speranza
Di un riscatto fugace.
Tenere speranze
Così lambiccate nel profondo
Ora svanite nell’aria
Pronte a riposarsi.
Fa o suprema consapevolezza
Di non abbandonare quest’orto fiorito
Mai mi è sembrato di vivere così intensamente
Come in un sogno vivido nei tempi felici.
Lampo
Brividi di ispirazione fredda e entusiasmante lo pervadevano
Come quel fulmine
Che abbatté un povero cristo lungo la via dell’olimpo
Nessuno lo seppellì per timore divino.
Valentino piovoso
Corpi sfiancati dalle corse pomeridiane
I corridori affannati trapassano la via
Con i loro polmoni ansimanti.
In un orgasmo fisico di transumanti esseri
Che vanno e vengono
Tra gli alberi spioventi e frondosi
Nella pioggia silvestre.
Qualcuno trova sé stesso.
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