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Biografia
Nato nel Milanese, classe 1996, Marek Sigis, oltre alla vocazione del docente di lettere e del ricercatore indipendente, è un poetastro, fantasma e incubo delle poetry slam. Fatalista, antinatalista, misoteista, cinico, provocatorio ‒ fino al punto in cui la sua volgarità non gli vien più concessa ‒ e logorroico. È avvinghiato appassionatamente allo studio delle religioni e della classicità, preferendo autori morti alla compagnia dei vivi. Una cosa da ricordare: la ‘g’ è velare.
L’opera
Terapia o Fine del silenzio è la seconda silloge della mia ‒ breve ma non troppo ‒ vita, tenuta nel cassetto per anni e (finalmente) tornata alla luce. Scritta in prosecuzione di Preludi al silenzio, abbandonando lo scolasticismo imitativo ed avvicinandosi invece all’haiku e alla versificazione libera, absoluta, Terapia nasce per necessità, per sfogo e, appunto, per uscire dalla situazione di silenzio che mi ero creato intorno dopo una situazione di difficoltà: d’altronde, se hai toccato il fondo, non puoi far altro che risalire, e Terapia rappresenta proprio la fuga compiuta, la quiete ritrovata.
TEMA DI TERAPIA
Punto focale della silloge è il conflitto interiore come esperienza universale, una lotta continua tra dolore e resistenza, tra desiderio di rivalsa e pulsione di morte, tra bisogno di senso nella vita e consapevolezza dell’annichilimento dell’essere umano. Tra i versi il poetare diventa terapia, specchio di una condizione esistenziale segnata da ira, nostalgia di un passato e di relazioni idealizzati e ricerca di autenticità, della speranza. Terapia è un viaggio attraverso il silenzio del poeta, di una parola celata al mondo, dove la fragilità umana diviene lama che tenta di ferire, ma anche occasione di liberazione e di tregua, per trasformare il malessere in testimonianza, uno smacco alla prostrazione, il rialzarsi dopo una brutta caduta.
Perché ho scelto di pubblicare con Bookapoem
Bookapoem è un’opportunità di svincolarsi dalle case editrici tradizionali, di far valere la propria voce anche dimostrando la bontà del proprio lavoro al di là della logica dell’editoria del Belpaese. Una ventata d’aria fresca con alle spalle per l’autore la consapevolezza di ergersi sulle proprie gambe, un modo per riscattarsi davanti a un mercato saturo di famosissimi “poeti” conduttori, soubrettes, youtubers, lacchè et cetera. Un cosmo che deve mantenere la dignità ‒ anche se l’ha già ‒mantenere la dignità di grande realtà del libro in Italia. Senz’altro, Bookapoem è un’utile possibilità per chiunque vi si rivolga.
Estratti
23/05/18 23:54
Vorrei che i vecchi
fossero più
giovani
Vorrei che i giovani
fossero più
vecchi
Vorrei ch’io
fossi meno assomigliante
ai morti
05/06/18 18:24
La gentilezza
è un vizio
sfruttato
per inzuccherarsi
l’indole
dall’homo insolitus
E così
siamo più vicini
a odiarci
22/09/18 09:06
Mi crepita
il corpo
Anima
spinge ad uscirne
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