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Biografia
Tonti Concetta, nata a Foggia il 3-06-1952, si è laureata in Pedagogia all’Università di Bari l’11 dicembre del 1975 discutendo una tesi di storia e sociologia medievale dal titolo “La dote e il corredo nuziale presso i Longobardi”. Abilitata all’insegnamento di: 1) trattamento testi e applicazioni gestionali; 2) di Italiano, Storia, geografia ed educazione civica nella scuola secondaria di primo grado; 3) di italiano e Storia nella scuola secondaria di secondo grado; 4) di Psicologia e scienze umane, dopo varie esperienze nelle scuole statali di ogni ordine e grado, e nella formazione professionale della provincia di Foggia, nel 1989 è approdata all’I.P.C. (oggi I.I.S.) “Tommaso D’Oria a Ciriè dove vive tutt’ora e dove, oltre ad insegnare, è diventata titolare di un progetto di prevenzione e recupero della dispersione scolastica, lavorando sul disagio e favorendo l’agio degli alunni nella scuola; prediligendo la formazione umana, più che la trasmissione di contenuti specificatamente disciplinari, la stimolazione della motivazione più che i saperi e mirando alla performance degli allievi piuttosto che all’appiattimento culturale. Ha partecipato in veste di relatore a numerosi convegni su temi prettamente pedagogici. Nel 2000 ha collaborato con la dottoressa Lucia Russo alla stesura del saggio ”L’adolescenza: età del cambiamento” e nel 2002 ha scritto il saggio “Il calore dei ricordi”. Entrambi i saggi sono stati pubblicati dalla Fondazione Malerba, una fondazione che si occupava di disabili e che oggi ha cambiato denominazione. Ha collaborato con le istituzioni scolastiche e comunali anche alla stesura e pubblicazione di opuscoli di Orientamento e nel 2023 con la casa editrice PAV ha pubblicato il saggio “Autori, protagonisti, personaggi e altre figure della letteratura per l’infanzia”. Oggi, da pensionata, presta la sua attività in diverse Associazioni di volontariato, ed è socia dell’APEI (Associazione Pedagogisti ed Educatori Italiani) con i ruoli di consigliere della regione Piemonte e di membro del comitato tecnico scientifico. È attivista del gruppo 124 di Amnesty International e come referente EDU collabora con le scuole di ogni ordine e grado alla realizzazione di progetti educativi e teatrali sulla legalità. Insieme ad altri volontari, nella cittadina in cui vive, in collaborazione con la cooperativa “Il Portone” e con l’Università di Perugia, insegna la lingua italiana agli stranieri. È sposata ed ha tre figli. .
L’opera
Queste poesie non sono nate con l’intento di diventare una raccolta. Sono germogli sbocciati su pizzini, sulle copertine di libri, durante momenti sparsi della mia vita. Ognuna è sorta quasi per caso, come una voce che sussurrava nel caos quotidiano. È solo di recente che ho sentito il bisogno di metterle insieme, come si mettono in fila i frammenti di una memoria.
Forse l’origine di questa raccolta è un desiderio profondo di raccontarmi, di mettere ordine nel disordine, di alleggerire ricordi—belli o difficili—trasformandoli in versi. Scrivere poesia è stato il mio modo di custodire attimi, di dare forma alle emozioni prima che svanissero, di creare uno spazio dove potermi mostrare autentica, vulnerabile, potente.
A volte ho pensato che scrivere fosse anche un gesto rivolto agli altri: offrire una finestra, un abbraccio in parole, sperando che qualcuno, leggendo, si sentisse meno solo. Le raccolte nate nel tempo hanno una bellezza particolare. Sono come strati di roccia che raccontano chi le ha scritte—una geologia emotiva.
Forse all’inizio non sapevo bene dove volessi arrivare. Ma strada facendo ho intuito: questa raccolta è una traccia, un filo di metamorfosi, una testimonianza del mio cambiamento e delle costanti che mi abitano. È un modo per scolpire frammenti di me nel tempo, per dare voce a ciò che non riusciva a parlare in altro modo. E forse, semplicemente, per catturare la bellezza prima che svanisse.
Nella trama invisibile che lega questi versi, cinque fili si intrecciano come stagioni dell’anima: il viaggio, l’amore, le delusioni, il tempo, il mare.
Il viaggio è movimento, ma anche metamorfosi. Non si tratta solo di cambiare luoghi, ma di cambiare pelle. Ogni partenza porta con sé il desiderio di scoperta, e ogni ritorno una nuova consapevolezza. Tra valigie chiuse e cieli aperti, si svela la poesia del cercarsi.
L’amore è il grande motore silenzioso—dolce, selvaggio, a volte ferito. È la nostalgia di uno sguardo, il peso di una carezza mancata, l’ebbrezza di un incontro inatteso. Nei versi, l’amore si espande, si rompe, si ricompone.
Le delusioni sono fratture luminose. Raccontano ciò che non è stato, ma che ha lasciato un segno. Sono specchi incrinati dove il cuore si è guardato, rifiutando di fingere. Ogni crepa contiene una lezione, ogni caduta una forma nuova di comprensione.
E poi c’è il tempo, che con il suo passo lento disegna confini, rimargina ferite, scompone illusioni. Il tempo non consola, ma spiega. In questa raccolta, il tempo è il testimone silenzioso che osserva senza intervenire, lasciando che le parole facciano il loro corso.
Il mare è un simbolo vasto e profondo, capace di contenere dentro di sé tutti gli altri temi che hai scelto.
Il mare è viaggio, con le sue rotte invisibili e le derive impreviste. È amore, nell’abbraccio delle onde e nel canto malinconico delle sirene. È delusione, quando ci spinge lontano da ciò che desideriamo. Ed è tempo, nel suo eterno movimento, nella sua memoria salata, nelle correnti che ritornano.
Dentro questa raccolta il mare è presenza discreta e costante. Culla i versi, ne determina il ritmo. Come specchio dell’anima, riflette speranze e assenze. A volte è immenso, a volte chiuso in una conchiglia. Le poesie scorrono come onde: si infrangono, si ritirano, ritornano. Il mare è il luogo da cui tutto parte e a cui tutto tende.
Perché ho scelto di pubblicare con Bookapoem
Pubblicare con Bookapoem è più di una scelta editoriale – è una dichiarazione di intenti.
Ho scelto Bookapoem perché dà voce alla poesia come atto necessario, non come ornamento. In un mondo che corre, Bookapoem rallenta, ascolta, accoglie.
Bookapoem non è solo una casa editrice, è il luogo giusto in cui lasciar maturare il mio raccolto emotivo. È una casa editrice che non chiede soldi e prima di pubblicare fa una campagna di crowdfunding.
Ho scelto Bookapoem perché crede nella poesia come atto collettivo, non come prodotto da vendere. In un panorama editoriale spesso chiuso e costoso, Bookapoem apre una porta: non chiede contributi economici agli autori, ma costruisce con loro un percorso di pubblicazione basato sul valore delle parole e sul coinvolgimento dei lettori. Prima di stampare, avvia una campagna di crowdfunding che diventa un rito di passaggio: se le poesie toccano, se emozionano, se parlano davvero, allora trovano il loro pubblico.
Il crowdfunding non è solo un mezzo. È il momento in cui le parole trovano chi le vuole. Se vibrano, se graffiano, se parlano – arrivano.
Per me, questa modalità è stata una conferma: non si tratta solo di pubblicare, ma di condividere, di creare una comunità attorno ai miei versi, di farli vivere nelle mani di chi li sceglie. Bookapoem ha accolto la mia raccolta con cura, rispetto e passione perché Bookapoem non stampa: coltiva, non produce, fa nascere e io ho sentito che è il posto giusto per farla nascere.
Estratto
Il treno della vita
Nuvole nere, specchiandosi
nel mare incupito,
che si infrange con onde
minacciose sulla riva,
lo colorano di grigio
e cupo diventa il ritorno
verso casa che mi costringe
a lasciarmi alle spalle
i ricordi lieti di un passato
popolato di volti sorridenti
che come raggi di sole
riscaldavano il cuore
e illuminavano la vita.
Ma ora, io riva silente e solitaria
lontana ormai da quel luogo
incantato, chiamato gioventù
sento la minaccia del tempo che frana
E il treno avanza veloce
fendendo lo spazio infinito.
Le nuvole si diradano e il cielo
ormai sgombro dalle nuvole,
tornato sereno, ridipinge
di azzurro il mare
che ora sfiora la riva
come una dolce carezza.
E le gioie del presente,
nel mio ritorno a casa
mi riavvolgono nelle loro spire
ributtandomi nel vortice
della vita reale,
costringendomi a riprendere
la danza interrotta
in un momento di nostalgia.
(11 gennaio 2012)
Paesaggio invernale
Il treno corre veloce
tra i campi innevati
E il sole con i suoi raggi
tiepidi cerca di farsi
strada nella foschia.
Gli alberi scheletriti
protendono i rami verso
il cielo come a voler
catturare quel barlume
di tepore.
Cielo e terra sono tutt’uno
stretti in un abbraccio siderale
mentre il treno corre veloce
nella fissità del tempo.
Le rughe dell’anima
Solchi ogni giorno più profondi
scavati dai dolori provati,
dai sogni non realizzati,
dagli amori spenti o mai vissuti.
Ferite sanguinanti
di colpi inferti dalla sorte;
testimonianze e tracce
del tempo trascorso
invisibili agli occhi;
segnalibri tra le pagine
del libro della vita.
bookapoem
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